Micro-stagni per micro-giardino
Inviato: lun mar 18, 2013 10:00 pm
Ciao a tutti!
Da un po' vi seguo e voglio farvi i complimenti per i vostri laghetti. Siete davvero bravissimi!
Anche io ho inserito "l'acqua"nel mio micro-giardino, e vorrei raccontarvi il mio percorso.
La mia passione per i giardini acquatici è figlia, per così dire, della mia passione per il giardinaggio. Perciò, il desiderio di creare un laghetto è derivato essenzialmente da quello di coltivare ninfee. Un desiderio che reputavo irrealizzabile, vista l'esiguità dello spazio a mia disposizione.
Mi è bastato fare qualche ricerca su internet per scoprire l'esistenza dei "laghetti da terrazzo" e, dopo aver letto fino all'ossessione articoli come questo, essermi documentata su ogni altra fonte a mia disposizione, averci pensato e ripensato almeno un milione di volte, ho deciso: avrei avuto anch'io il mio laghetto!
Così, testa bassa e cuore in fermento (come sempre quando un progetto giardinicolo mi stuzzica), ho individuato il posto adatto e mi sono messa al lavoro.
Il primo laghetto:
Tra le migliaia di foto di laghetti che si trovano su internet e sui libri, una più di tutte risponde alla mia idea di laghetto. Voglio dire: senz'altro esistono laghetti più belli di questo, ma il mio personale archetipo di laghetto è così. Chiuso, nascosto. Una piccola pozza scura che occhieggia tra le foglie... Eccola qui:
http://www.gapphotos.com/imagedetails.asp?imageno=99380
E a questo devo essermi ispirata per ma mia prima realizzazione anche se non sono sicura che, allora, avessi già visto quella foto (ma si sa, gli archetipi ce li abbiamo dentro...)
Ed ecco il risultato.
Era un mini-laghetto realizzato, così pensavo allora, con tutti i sacri crismi. Il telo in pvc foderava un ampio vaso, c'erano sassi sul fondo, acquatiche "basic", tane per le due gambusie (le gambusie mi sembravano il top in casi come questi...) che avevo introdotto.
Delle ninfee nemmeno l'ombra. Ma a quel punto non mi interessava più, mi si era aperto un mondo...
A quella prima vaschetta quasi subito, e per un paio di stagioni appena, se ne affiancò un'altra.
Era davvero minuscola... (la vedete? sotto la Spirea, con il bordo di legno)
Ma quell'anno fu quello delle prime soddisfazioni giardinicole e laghettose, e per me quelle due vaschette erano il massimo della vita.
I laghetti successivi.
Come accennavo, la vasca piccola durò poco, e la vasca "grande" ha terminato la sua corsa l'autunno passato.
Il desiderio di coltivare una ninfea covava dentro di me, perciò i miei laghetti strisciarono verso il sole...
Ecco quindi il vascone rotondo, un po' più soleggiato dei precedenti:
Aveva un assortimento più "evoluto" di acquatiche e palustri. Non mi accontentai, infatti, delle comuni acquatiche (quelle vendute nei garden in quelle specie di bicchieri da Coca-Cola grande...)
Ordinai per corrispondenza ossigenanti, galleggianti e la Ligularia in basso, e acquistai l'altra Ligularia, quella che si intravede in alto sulla destra, in uno dei miei pellegrinaggi vivaistici (mia figlia grande -ha cinque anni-, ha già imparato a riconoscere il mio sguardo quando carico la famiglia in macchina con l'intenzione di andare a fare certi acquisti, così mi dice: ti prego mamma, piante no!)
Questa volta però feci un errore: lasciai le ossigenanti a loro stesse. Alla fine dell'estate la vasca sembrava un minestrone. I pesci, questa volta due carassius, sparirono (inghiottiti dal Ceratophyllum o, più verosimilmente, dalle gazze di passaggio), l'Hydrocharis stentava.
Mi mancava il tempo: il mio micro-giardino stava diventando una micro-selva, ma io -mamma per la terza volta da pochi giorni- avevo ben altro a cui pensare...
A ogni modo, l'esperienza insegna. E quest'anno sono partita sempre più carica e convinta. E ho allestito altre due vasche.
Soprattutto ho capito una cosa fondamentale: realizzare e curare vasi d'acqua non è, semplicemente, fare giardinaggio con l'acqua anziché con la terra. Io, invece, ero partita proprio da questo presupposto considerando il laghetto soprattutto dal punto di vista estetico.
Le nuove realizzazioni.
L'estate scorsa, come dicevo, è stata dura. Il mio giardino si è autogestito e io, presa da altre faccende, ho lasciato che facesse come gli pareva. Finché, a un certo punto dell'inverno, mi sono ritrovata nello stesso particolare stato d'animo di cui parlavo all'inizio di questo lunghissimo (spero non tedioso) post... Così, di nuovo a testa bassa, ho ricominciato a prendere possesso del mio micro-regno.
E ho cominciato riallestendo il vascone.
L'ho vuotato, ripulito (conservando però buona parte della fanghiglia di fondo: dovrebbero esserci le spore dell'Hydrocharis lì in mezzo, sbaglio? E pure il corredo batterico "buono") e l'ho spostato.
Infine l'ho riempito d'acqua e ho rimesso le piante. Le ossigenanti si erano ridotte e di quelle restanti, un po' ne ho eliminate. Ho aggiunto l'Hyppuris vulgaris che non dovrebbe essere invadente e che, in ogni caso, ho messo in due vasetti, e la Ludwigia repens 'red rubin' (a proposito: l'ho messa sommersa, è corretto?)
Sul bordo ho messo Lisimachia nummularia e Myosotis palustris, recuperati a "zolle" dall'area in cui era incassato il primo laghetto, Oenanthe javanica 'flamingo' e Mentha acquatica 'rubra'. E un ciuffetto di Ranuncus lingua recuperato anch'esso dal primo laghetto.
Conto sul "ritorno" dell'Hydrocharis e sulla ripresa del poco Myriophyllum che ho lasciato.
Ho inserito anche i pesci. E, questa volta, sto cercando di essere più scientifica per dare il meglio anche a loro. Ho calcolato l'esatto litraggio del vaso (72 litri per essere precisi), controllo settimanalmente i valori dell'acqua e uso un biocondizionatore. Mi sembra di aver capito, infatti, che il micro-pond è più assimilabile a un acquario che a un laghetto, nonostante possa sostenere con meno difficoltà un equilibrio naturale. E che per dimensioni così piccole bisogna adottare accorgimenti che sarebbero superflui per il laghetto tipico, quello medio-grande.
Sto dicendo una marea di sciocchezze? Correggetemi, vi prego, se sbaglio.
Nel vascone ora ci sono sette baby-carassius. Solo due di loro resteranno lì: gli altri cinque saranno distribuiti nelle due vasche nuove.
Ecco la prima delle due in uno dei rari scampoli di sole di questi giorni.
Io la chiamo la vasca della "lavandaia creativa" perché ho fermato il telo con le pinze da bucato di legno...
Dentro ci ho messo -finalmente!- una ninfea (una piccola rosa cangiante, Mary Patricia), del Myrio e un giacinto d'acqua di quelli "veri" (quelli alti, per intenderci), che al momento ritiro la notte.
A fianco della vasca c'è un vaso con un rizoma di loto nano - un Baby Pink- (si intravede appena nella foto).
L'ultima vasca, infine, è ancora in allestimento (se non piovesse di continuo...): vi aggiornerò sui suoi progressi nelle prossime settimane.
Spero, intanto, di non avervi annoiato e aspetto i vostri suggerimenti!
Ciao!
Nicoletta
Da un po' vi seguo e voglio farvi i complimenti per i vostri laghetti. Siete davvero bravissimi!
Anche io ho inserito "l'acqua"nel mio micro-giardino, e vorrei raccontarvi il mio percorso.
La mia passione per i giardini acquatici è figlia, per così dire, della mia passione per il giardinaggio. Perciò, il desiderio di creare un laghetto è derivato essenzialmente da quello di coltivare ninfee. Un desiderio che reputavo irrealizzabile, vista l'esiguità dello spazio a mia disposizione.
Mi è bastato fare qualche ricerca su internet per scoprire l'esistenza dei "laghetti da terrazzo" e, dopo aver letto fino all'ossessione articoli come questo, essermi documentata su ogni altra fonte a mia disposizione, averci pensato e ripensato almeno un milione di volte, ho deciso: avrei avuto anch'io il mio laghetto!
Così, testa bassa e cuore in fermento (come sempre quando un progetto giardinicolo mi stuzzica), ho individuato il posto adatto e mi sono messa al lavoro.
Il primo laghetto:
Tra le migliaia di foto di laghetti che si trovano su internet e sui libri, una più di tutte risponde alla mia idea di laghetto. Voglio dire: senz'altro esistono laghetti più belli di questo, ma il mio personale archetipo di laghetto è così. Chiuso, nascosto. Una piccola pozza scura che occhieggia tra le foglie... Eccola qui:
http://www.gapphotos.com/imagedetails.asp?imageno=99380
E a questo devo essermi ispirata per ma mia prima realizzazione anche se non sono sicura che, allora, avessi già visto quella foto (ma si sa, gli archetipi ce li abbiamo dentro...)
Ed ecco il risultato.
Era un mini-laghetto realizzato, così pensavo allora, con tutti i sacri crismi. Il telo in pvc foderava un ampio vaso, c'erano sassi sul fondo, acquatiche "basic", tane per le due gambusie (le gambusie mi sembravano il top in casi come questi...) che avevo introdotto.
Delle ninfee nemmeno l'ombra. Ma a quel punto non mi interessava più, mi si era aperto un mondo...
A quella prima vaschetta quasi subito, e per un paio di stagioni appena, se ne affiancò un'altra.
Era davvero minuscola... (la vedete? sotto la Spirea, con il bordo di legno)
Ma quell'anno fu quello delle prime soddisfazioni giardinicole e laghettose, e per me quelle due vaschette erano il massimo della vita.
I laghetti successivi.
Come accennavo, la vasca piccola durò poco, e la vasca "grande" ha terminato la sua corsa l'autunno passato.
Il desiderio di coltivare una ninfea covava dentro di me, perciò i miei laghetti strisciarono verso il sole...
Ecco quindi il vascone rotondo, un po' più soleggiato dei precedenti:
Aveva un assortimento più "evoluto" di acquatiche e palustri. Non mi accontentai, infatti, delle comuni acquatiche (quelle vendute nei garden in quelle specie di bicchieri da Coca-Cola grande...)
Ordinai per corrispondenza ossigenanti, galleggianti e la Ligularia in basso, e acquistai l'altra Ligularia, quella che si intravede in alto sulla destra, in uno dei miei pellegrinaggi vivaistici (mia figlia grande -ha cinque anni-, ha già imparato a riconoscere il mio sguardo quando carico la famiglia in macchina con l'intenzione di andare a fare certi acquisti, così mi dice: ti prego mamma, piante no!)
Questa volta però feci un errore: lasciai le ossigenanti a loro stesse. Alla fine dell'estate la vasca sembrava un minestrone. I pesci, questa volta due carassius, sparirono (inghiottiti dal Ceratophyllum o, più verosimilmente, dalle gazze di passaggio), l'Hydrocharis stentava.
Mi mancava il tempo: il mio micro-giardino stava diventando una micro-selva, ma io -mamma per la terza volta da pochi giorni- avevo ben altro a cui pensare...
A ogni modo, l'esperienza insegna. E quest'anno sono partita sempre più carica e convinta. E ho allestito altre due vasche.
Soprattutto ho capito una cosa fondamentale: realizzare e curare vasi d'acqua non è, semplicemente, fare giardinaggio con l'acqua anziché con la terra. Io, invece, ero partita proprio da questo presupposto considerando il laghetto soprattutto dal punto di vista estetico.
Le nuove realizzazioni.
L'estate scorsa, come dicevo, è stata dura. Il mio giardino si è autogestito e io, presa da altre faccende, ho lasciato che facesse come gli pareva. Finché, a un certo punto dell'inverno, mi sono ritrovata nello stesso particolare stato d'animo di cui parlavo all'inizio di questo lunghissimo (spero non tedioso) post... Così, di nuovo a testa bassa, ho ricominciato a prendere possesso del mio micro-regno.
E ho cominciato riallestendo il vascone.
L'ho vuotato, ripulito (conservando però buona parte della fanghiglia di fondo: dovrebbero esserci le spore dell'Hydrocharis lì in mezzo, sbaglio? E pure il corredo batterico "buono") e l'ho spostato.
Infine l'ho riempito d'acqua e ho rimesso le piante. Le ossigenanti si erano ridotte e di quelle restanti, un po' ne ho eliminate. Ho aggiunto l'Hyppuris vulgaris che non dovrebbe essere invadente e che, in ogni caso, ho messo in due vasetti, e la Ludwigia repens 'red rubin' (a proposito: l'ho messa sommersa, è corretto?)
Sul bordo ho messo Lisimachia nummularia e Myosotis palustris, recuperati a "zolle" dall'area in cui era incassato il primo laghetto, Oenanthe javanica 'flamingo' e Mentha acquatica 'rubra'. E un ciuffetto di Ranuncus lingua recuperato anch'esso dal primo laghetto.
Conto sul "ritorno" dell'Hydrocharis e sulla ripresa del poco Myriophyllum che ho lasciato.
Ho inserito anche i pesci. E, questa volta, sto cercando di essere più scientifica per dare il meglio anche a loro. Ho calcolato l'esatto litraggio del vaso (72 litri per essere precisi), controllo settimanalmente i valori dell'acqua e uso un biocondizionatore. Mi sembra di aver capito, infatti, che il micro-pond è più assimilabile a un acquario che a un laghetto, nonostante possa sostenere con meno difficoltà un equilibrio naturale. E che per dimensioni così piccole bisogna adottare accorgimenti che sarebbero superflui per il laghetto tipico, quello medio-grande.
Sto dicendo una marea di sciocchezze? Correggetemi, vi prego, se sbaglio.
Nel vascone ora ci sono sette baby-carassius. Solo due di loro resteranno lì: gli altri cinque saranno distribuiti nelle due vasche nuove.
Ecco la prima delle due in uno dei rari scampoli di sole di questi giorni.
Io la chiamo la vasca della "lavandaia creativa" perché ho fermato il telo con le pinze da bucato di legno...
Dentro ci ho messo -finalmente!- una ninfea (una piccola rosa cangiante, Mary Patricia), del Myrio e un giacinto d'acqua di quelli "veri" (quelli alti, per intenderci), che al momento ritiro la notte.
A fianco della vasca c'è un vaso con un rizoma di loto nano - un Baby Pink- (si intravede appena nella foto).
L'ultima vasca, infine, è ancora in allestimento (se non piovesse di continuo...): vi aggiornerò sui suoi progressi nelle prossime settimane.
Spero, intanto, di non avervi annoiato e aspetto i vostri suggerimenti!
Ciao!
Nicoletta